QUAL è LA VITA MEDIA DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO? SCOPRIAMOLO INSIEME

QUAL è LA VITA MEDIA DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO? SCOPRIAMOLO INSIEME

Una delle domande più comuni che ci sentiamo porre dai nostri clienti è “quanto durano i moduli fotovoltaci”?

  • I moduli solari di solito durano dai 25 ai 30 anni
  • Nel corso della loro vita, i pannelli si degradano molto lentamente, il che significa che possono produrre sempre meno elettricità
  • L’attrezzatura di alta qualità fa la differenza

Come regola generale quindi si può considerare una durata di circa 25-30 anni. Tuttavia, questo non significa che i moduli smettono di produrre elettricità dopo 25 anni. Significa solo che la produzione di energia diminuisce con il passare del tempo, a causa di danneggiamenti che possono essere dovuti a forze esterne (vento, intemperie, ecc..), ma anche ad una cattiva manutenzione.

Uno studio del 2012 del National Renewable Energy Laboratory (NREL) ha rilevato che, in media, la produzione di pannelli solari diminuisce dello 0,8% ogni anno.

Negli anni trascorsi da quando è stato condotto questo studio, sono state sviluppate tecnologie più efficienti. Infatti, molti pannelli più recenti hanno subito un calo annuo dello 0,5% della produzione di energia (o meglio!).

Cosa significa esattamente il tasso di degradazione del pannello solare? 

Per l’esempio precedente, un tasso di degradazione dello 0,8% significa che nel secondo anno i pannelli funzioneranno al 99,2% della loro produzione originale; entro la fine della loro “durata di vita utile” di 25 anni, funzioneranno ancora all’82,5%. Un pannello leggermente più durevole con un tasso di degrado dello 0,5% produrrà probabilmente circa l’87,5% di elettricità rispetto alla prima volta installato.

I pannelli solari sono inoltre dotati di alcune garanzie diverse che possono darti un’idea di quanto tempo puoi aspettarti che sia la durata del tuo pannello solare. I produttori offriranno sia una garanzia sulle apparecchiature, per proteggerti contro i difetti di fabbricazione, sia una garanzia sulle prestazioni, per garantire che i vostri pannelli produrranno una certa quantità di elettricità. La garanzia sulle prestazioni del tuo pannello solare, che in genere dura 25 anni, può darti un’idea migliore di quanta elettricità aspettarti dal tuo sistema di pannelli solari nel tempo.

Non devi nemmeno preoccuparti dell’impronta di carbonio dei tuoi pannelli solari. La durata da 25 a 30 anni di un pannello solare è significativamente più lunga del suo “tempo di recupero energetico”, o EPBT. L’EPBT è la quantità di tempo necessaria a un pannello solare per produrre elettricità pulita sufficiente per “ripagare” l’energia che è stata utilizzata per produrlo in primo luogo. Un’analisi del 2010 del Brookhaven National Laboratory ha rilevato che l’EPBT di un pannello solare dura solo sei mesi. Un numero che è sicuramente diminuito negli ultimi sei anni man mano che la produzione di pannelli diventa più efficiente.

In generale, i pannelli solari sono estremamente resistenti. Tuttavia, mantenere il tuo sistema di moduli fotovoltaici in buono stato può portare a un tasso di degrado inferiore ogni anno e può promettere prestazioni del pannello più lunghe. 

Cosa fare per far durare più a lungo il tuo impianto fotovoltaico?

Il modo migliore per garantire che i moduli solari durino a lungo è esaminare regolarmente il sistema di energia solare. Un esame regolare può rivelare potenziali problemi come allentamenti, cavi esposti e altro. È importante avere un controllo professionale sui tuoi pannelli invece di farlo da solo perché potresti finire per graffiarli o danneggiarli.

Un’ispezione dei tuoi pannelli solari può anche includere un’ispezione delle altre apparecchiature coinvolte in un’installazione solare, vale a dire il tuo inverter solare ad esempio. Un tipico inverter centrale per un impianto fotovoltaico durerà tra i 10 ei 15 anni e quindi dovrà essere sostituito ad un certo punto durante la vita dei pannelli solari. Tuttavia, i micro inverter sono un’alternativa nuova e popolare agli inverter centrali e generalmente offrono la stessa durata di vita dei loro omologhi dei pannelli solari: 25 anni. É sempre essenziale assicurarsi che i pannelli siano montati saldamente sul tetto in modo che non si allentino, si muovano o cadano completamente.

Il modo migliore per mantenere i pannelli solari funzionanti a lungo termine è affidarsi a un installatore  che offra anche un solido servizio clienti.

Il metodo Care&Share di Energred non solo include un servizio di monitoraggio e manutenzione del tuo impianto fotovoltaico, ma comprende una garanzia su tutti i suoi componenti, sia in caso di guasto, che in caso di danni dovuti a fattori esteri, assicurandoti una manutenzione ordinaria e straordinaria per tutta la durata del contratto. Inoltre dal momento che Energred trae il proprio guadagno dall’energia prodotta dall’impianto, ha come interesse primario che questo sia sempre perfettamente funzionante e che abbia una producibilità massima ed un rischio minimo di interruzione del servizio. Questo implica l’utilizzo di materiali di ultima generazione e di massima qualità.

Fonti: fontidienergiarinnovabili.it

TEMPI DI CONNESSIONE SEMPRE PIU’ LUNGHI PER GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI: CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

TEMPI DI CONNESSIONE SEMPRE PIU’ LUNGHI PER GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI: CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

È sempre più frequente leggere in rete commenti di proprietari di impianti fotovoltaici lamentarsi dei lunghissimi tempi di attesa per la connessione alla rete, ma capita anche che i distributori si lamentino delle lacune che hanno molte documentazioni tecniche ricevute.

La domanda di connessione alla rete elettrica di distribuzione nazionale deve essere inoltrata solo dopo aver ottenuto le autorizzazioni per la realizzazione di un impianto fotovoltaico in base ai moduli presenti nel sito del gestore elettrico.

Di seguito vediamo insieme quali sono i documenti necessari per la richiesta di connessione alla rete:

  • modulo di richiesta in cui verranno indicate le informazioni riguardanti l’impianto fotovoltaico e l’immobile sul quale verrà realizzato. Inoltre, se l’impianto fotovoltaico dovrà essere connesso ad una rete elettrica preesistente, sono necessari anche i dati dell’utenza esistente;
  • planimetria catastale dell’immobile sul quale verrà installato l’impianto fotovoltaico;
  • carta tecnica regionale dell’area sede dell’impianto (solo se si richiede un nuovo punto di connessione rete);
  • copia della ricevuta di pagamento della richiesta di connessione dell’impianto fotovoltaico;
  • schema elettrico in cui è indicato il numero e la potenza dei generatori, posizione dei dispositivi di comando, protezione e sezionamento con riferimento al DG (dispositivo Generale dell’utenza) e del DDI (Dispositivo di Interfaccia).

 

Quali sono i tempi di ottenimento del preventivo per l’allaccio alla rete elettrica di un impianto fotovoltaico?

Variano in base alla potenza di immissione in rete: il tempo di attesa è variabile dai 20 ai 60 giorni lavorativi.

Potenza impianto fotovoltaicoTempi di attesa preventivo
Impianti fotovoltaici fino a 50 Kw20 GIORNI LAVORATIVI
Impianti fotovoltaici fino a 100 Kw20 GIORNI LAVORATIVI
Impianti fotovoltaici fino ai 500 Kw45 GIORNI LAVORATIVI
Impianti fotovoltaici dai 500 ai 1.000 Kw45 GIORNI LAVORATIVI
Impianti fotovoltaici oltre i 1.000 Kw60 GIORNI LAVORATIVI

Una volta che il preventivo è stato ottenuto, questo rimane valido per 45 giorni e il soggetto proprietario dell’impianto deve pagare subito la prima parte del 30% dei lavori.

Sebbene ci possano essere casi di inesperienza fra i progettisti e di inefficienza fra le società di distribuzione che processano le pratiche, le cause dei tempi di attesa più lunghi del normale che alcuni proprietari di impianti stanno registrando vanno ricercate soprattutto in due dinamiche: una di mercato e l’altra di tipo normativo-regolatorio.

A causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, nel giro di due anni, le richieste di allaccio sono aumentate di circa 6 volte.

Per affrontare i nuovi volumi, E-Distribuzione si sta muovendo su due fronti: l’aumento degli organici e l’introduzione di sistemi automatizzati di intelligenza artificiale.

La semplificazione delle regole nel settore fotovoltaico è una questione annosa che riguarda tanto i grandi impianti quanto quelli piccoli. Riguardo a questi ultimi, vige già da tempo la possibilità di procedere con un iter di connessione semplificato, che prevede un numero minore di adempimenti rispetto alla procedura standard e utilizzabile per gli impianti fino a 50 kWp, la cui validità sarà estesa a breve ai sistemi fino a 200 kWp.

Quattro volte su 10 però la documentazione iniziale presentata dal progettista o dalla società di installazione per conto del cliente è incompleta o irregolare e quindi deve essere ripresentata, allungando così di oltre il doppio i tempi previsti.

Sicuramente una più compiuta semplificazione aiuterebbe il fotovoltaico a vivere questa complicata fase di forte espansione.

Aspettando ulteriori semplificazioni, un aiuto consistente sta nell’affidarsi a professionisti esperti, per tutto ciò che riguarda l’iter autorizzativo e burocratico, così da evitare errori che portano a tempi di attesa sempre più lunghi.

Il servizio energia Care&Share di Energred, a questo proposito, garantisce l’allaccio alla rete elettrica nei tempi minimi previsti dalla legge, per una transizione energetica, oltre che senza costi e senza rischi, senza pensieri per l’imprenditore.

Fonti: Qualenergia.it

Riforestazione ad Impatto Sociale per il bilanciamento emissioni 2022

Riforestazione ad Impatto Sociale: bilanciamento emissioni 2022

L’attività di sviluppo del piano SEU di Energred si fonda su continui trasferimenti e momenti di incontro che si svolgono usando mezzi di trasporto personali e/o aziendali a propulsione endotermica, e che dunque contribuiscono in modo significativo alla produzione di emissioni climalteranti aziendali.
La riduzione delle emissioni di CO2 legate alla produzione da fonti rinnovabili, una volta contabilizzata a favore dei clienti, non è infatti impiegabile nel bilancio aziendale di Energred. Tale aspetto non può essere tralasciato nella valutazione degli impatti ambientali di un operatore impegnato nel sostenere proattivamente la transizione energetica. In linea con la nostra mission abbiamo quindi deciso di procedere ad un piano di riforestazione per il bilanciamento delle emissioni prodotte nel 2022.

Calcolando le emissioni previste per tutto l’anno 2022, raccogliendo informazioni sui km percorsi nella varie aree funzionali dell’azienda, pesandole prima sugli obiettivi di sviluppo annui e dunque su quelli effettivamente traguardati a settembre 2022 (periodo di osservazione: settembre 2021 – settembre 2022), è stato possibile ottenere due tipologie di risultati:

  • Una serie di indicatori (km/kWp) per attività che rappresentano un riferimento utile alla programmazione delle attività stesse (complessivamente vengono percorsi 57km/kWp).
  • Un indicatore sintetico in grado di rappresentare quante emissioni climalteranti vengono prodotte per kW di potenza rinnovabile installata (9kgCO2 equivalente per kWp), e dunque valutare le necessarie azioni per bilanciare tali impatti.

Come iniziativa di rapida mitigazione si è scelto il partner ZeroC02, in grado di offrire progetti di riforestazione che non solo avessero l’obiettivo di bilanciare le emissioni, ma anche di proteggere gli ecosistemi a rischio, e creare ricchezza per le popolazioni o comunità esposte o fragili.

I pacchetti scelti permetteranno di piantare 100 alberi per ciascuna zona geografica individuata, Italia, Sud-America ed Africa, ognuna con una sua finalità ambientale e sociale, per un totale di 300 piante:

  • 100 Alberi in Guatemala: famiglie contadine;
  • 100 Alberi in Italia: persone con fragilità;
  • 100 Alberi in Tanzania: women empowerment;

Il totale delle emissioni bilanciate è di circa 70tonCO2, pari agli impatti del periodo di osservazione, e relative all’intero ciclo di vita della pianta.

Il progetto verrà replicato anche nel 2023, e per tutta la durata dell’attuale piano industriale (2022-26), continuando il monitoraggio degli spostamenti delle varie aree funzionali aziendali.

Un’altra importante strada da percorrere sarà quella della progressiva decarbonizzazione del parco mezzi aziendale e privato, che seguirà gli obiettivi traguardati nel periodo 2022/26.

Abbiamo scelto il pacchetto Impatto Sociale, che prevede una compensazione delle emissioni con effetto sulle comunità locali, attraverso la riforestazione in America Latina, dove è necessario rallentare il degrado ambientale e climatico. Donare alberi alle comunità contadine locali inoltre significa dare una fonte di sostentamento e sussistenza, oltre che un futuro sostenibile. Riforestare infatti non è una pura azione meccanica, ma si parte da un’analisi del territorio per comprenderne caratteristiche, esigenze e problematiche, così da poter riportare la vita in un intero territorio.

Il pacchetto prevede anche una piantumazione sul territorio italiano attraverso la collaborazione con cooperative agricole sociali, in modo da contribuire a progetti di agroforestazione sostenibili con scopo riabilitativo, di accoglienza e di inserimento al lavoro.

Anche questo è #powerwithcreativity

Le associazioni ambientaliste chiedono a Draghi un Paese 100 per cento rinnovabile. Nasce il ministero della transizione ecologica.

Durante le consultazioni con le parti sociali del 10 febbraio 2021 sono stati affrontati diversi temi tra cui: lo sviluppo energie rinnovabili, la mobilità sostenibilel’innovazione industriale. 

Greenpeace Italia ha consegnato al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi il rapporto “Italia 1.5” , un piano che permetterebbe all’Italia di rispettare l’Accordo di Parigi, diventando a emissioni zero, con vantaggi economici, occupazionali e di indipendenza energetica.

Lo studio, commissionato da Greenpeace Italia all’Institute for Sustainable Future di Sydney (ISF), utilizza per lo scenario italiano una metodologia già applicata su scala globale per lo scenario di decarbonizzazione del Pianeta promossa dalla DiCaprio Foundation e realizzata dalla stessa ISF, dall’Agenzia aerospaziale tedesca (DLR) e dall’Università di Melbourne.

«Secondo il nostro studio “Italia 1.5”, infatti, con una rivoluzione energetica che punti con decisione alla totale decarbonizzazione del Paese e allo sviluppo delle rinnovabili, entro il 2030 in Italia si avrebbe la creazione di 163 mila nuovi posti di lavoro: un aumento del 65 per cento circa dell’occupazione diretta nel settore energetico. Anche dal punto di vista economico la transizione potrebbe essere interamente finanziata grazie ai risparmi derivanti dalla mancata importazione di combustibili fossili al 2030. Un cambio sistemico che condurrebbe a enormi vantaggi economici nei decenni a seguire», dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

Hanno partecipato all’incontro anche il presidente nazionale Stefano Ciafani e il direttore generale Giorgio Zampetti per il WWF,la presidente Donatella Bianchi e il vicepresidente Dante Caserta per Legambiente.

Draghi inoltre ha confermato la creazione di un Ministero della Transizione Ecologica, che interagirà con gli altri ministeri, dallo Sviluppo economico all’Agricoltura, e alla cui guida gli ambientalisti hanno chiesto una persona competente e di alto profilo, dicendosi certi che Draghi saprà scegliere il nome giusto.

L’Europa vuole fortemente la transizione energetica e l’Italia sembra non voler mancare questo momento storico. Noi di Energred non possiamo che essere d’accordo.

Risultato immagini per transizione ecologica

Fonte greenpeace.org

Il futuro è green dopo l’emergenza covid

Dopo la pandemia di coronavirus, che ha modificato il nostro modo di relazionarci e le nostre abitudini, le rinnovabili possono essere un punto da cui ripartire con nuove prospettive.

Secondo una nuova analisi dell’Università di Oxford gli investimenti sull’energia pulita creano il doppio dei posti di lavoro per dollaro speso rispetto agli investimenti nei combustibili fossili.

La convenienza economica inoltre non si fermerebbe all’aspetto puramente occupazionale. Gli autori di tale studio hanno intervistato 231 esperti di banche centrali, ministeri delle finanze, accademici e “think-tank” di tutto il mondo e, sulla base di questi dati, gli economisti hanno rilevato che le politiche a favore del clima sono più vantaggiose anche in termini di impatto economico complessivo, poichè portano a maggiori rendimenti nel breve termine ed un maggiore risparmio sui costi a lungo termine. Gli investimenti verso le politiche “green” quindi, oltre a rallentare il riscaldamento globale, sono fondamentali per uscire dalla crisi post-covid.

Buone notizie arrivano dal mercato stesso. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia il lockdown da coronavirus ha spinto il mercato elettrico verso le rinnovabili: la quota dell’energia pulita potrebbe arrivare al 40% entro la fine del 2020, con il contemporaneo crollo della domanda per i combustibili fossili.

Un’opportunità senza precedenti per la ripartenza verso la transizione energetica. Ripartiamo insieme, ENERGRED c’è!

Fonti di Riferimento:  https://www.fortuneita.com