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LA CRISI CLIMATICA IN ITALIA: NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE

Negare la crisi climatica o far finta che non ci riguardi non salverà il nostro Paese dalle conseguenze di una crisi globale, che sta mettendo a durissima prova il nostro territorio e i cittadini.

Quello che è accaduto nel 2023 in Emilia Romagna dimostra ancora una volta che siamo in presenza di eventi meteorologici sempre più intensi e frequenti, che ormai si alternano a ritmi drammatici. Fenomeni una volta unici e rari si moltiplicano, addirittura a pochi giorni di distanza, e non solo in Italia.

 

L’area del Mediterraneo è particolarmente soggetta al rischio climatico: aumento della temperatura media, ondate di calore, scarse precipitazioni, fusione dei ghiacciai stanno erodendo le nostre riserve d’acqua, le alluvioni improvvise o le precipitazioni copiose come quelle di questi giorni moltiplicano l’effetto sul territorio già a rischio.

L’Italia, al centro dell’hotspot climatico del bacino Mediterraneo, è un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale, a fronte di una media mondiale di +1,1 °C. Viviamo in un territorio particolarmente fragile, in cui 12 milioni di persone vivono in aree che potrebbero essere soggette ad alluvioni e vediamo aumentare ogni anno gli eventi di precipitazioni a carattere eccezionale.

Siccità e alluvioni si alternano, con l’effetto di elevare esponenzialmente il rischio. Non agire subito per affrontare la realtà climatica, purtroppo, amplificherà le conseguenze sulla sicurezza e il benessere delle comunità.

La disponibilità di acqua in Italia è calata del 20% negli ultimi decenni: se non arresteremo il riscaldamento globale, la causa principale della riduzione, la disponibilità di acqua potrebbe ridursi in breve tempo del 40%, con punte del 90% in alcune aree del Meridione. L’Italia gode storicamente di una buona disponibilità di acque: è ancora terza in Europa per disponibilità della risorsa idrica (dietro solo a Francia e Svezia), con circa 130 miliardi di m3 disponibili ogni anno. Ma nonostante ciò, siamo il Paese europeo con i più alti livelli di stress idrico.

È indispensabile l’abbattimento delle emissioni di CO2, metano e degli altri gas climalteranti, per evitare scenari e impatti ingestibili: abbiamo poco tempo e l’Italia dovrebbe essere alla testa degli Stati che vogliono le emissioni zero, non in retroguardia come è attualmente.

Per far questo, tra le altre cose, si deve spingere sulle rinnovabili.

In particolare le imprese, principali responsabili delle emissioni climalteranti, devono accorciare la strada verso la doppia transizione, blue e green, in cui tecnologia e sostenibilità vadano di pari passo.

Noi di EnergRed abbiamo la mission di accompagnare le PMI italiane in questa transizione energetica, dotandole di un impianto fotovoltaico per l’auto-consumo di energia a km0. Inoltre, portiamo avanti diverse iniziative di Responsabilità Sociale di Impresa, per aumentare ogni anno il valore che gli investimenti, da noi fatti, anche a favore di comunità o persone fragili o maggiormente esposte a rischi e disastri legati al cambiamento climatico nel mondo. Tra queste il recupero della centrale idroelettrica di Villetta Barrea e la riforestazione ad alto impatto sociale in Guatemala e Tanzania.

 

 

Fonti: avvenire.it

           wwf.it