Per tutto il XX secolo abbiamo vissuto secondo un modello che vedeva l’energia fluire in un’unica direzione, ovvero dal produttore al consumatore. Durante il corso del XXI secolo stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione energetica, grazie all’avvento delle energie da fonte rinnovabile. Si è avuto così un passaggio dal vecchio paradigma, con un’energia che scorreva a senso unico, ad un nuovo paradigma, con un’energia a doppio senso che diviene un bene condiviso. Chiunque, infatti, ora può produrre energia, oltre che consumarla e condividerla con la comunità.
La nuova direttiva REDII, volta a promuovere e favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili, in vista degli obiettivi PNIEC per il 2030, ha dedicato ampio spazio proprio alle configurazioni di autoconsumo collettivo e comunità energetica, definita in particolare come “un soggetto giuridico” fondato sulla “partecipazione aperta e volontaria”, il cui scopo prioritario non è la generazione di profitti finanziari, ma il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui opera. Per garantire il carattere no profit delle comunità energetiche, non è ammessa la partecipazione, in qualità di membri della comunità, di aziende del settore energetico (fornitori ed ESCO) che possono, invece, prestare servizi di fornitura e di infrastruttura. Nella direttiva inoltre sono stati incrementati i benefici che si possono ottenere dalla costituzione di CER(comunità energetiche rinnovabili), e sono stati semplificati gli iter burocratici previsti finora.
Le CER possono avere diverse configurazioni, ma in generale la configurazione migliore è sempre quella che massimizza il valore generato e in cui la quantità di energia prodotta e distribuita è pari ogni ora (o ragionevolmente superiore) ai i consumi collettivi dei soggetti che la costituiscono. Per condividere il massimo valore possibile in una comunità energetica si devono quindi dimensionare con molta attenzione gli impianti nuovi da realizzare, e monitorare bene i potenziali consumi, o addirittura prepararsi a modificare le proprie abitudini di consumi per allinearle alle disponibilità di energia da fonti rinnovabili.
Grazie all’utilizzo dei propri modelli di simulazione tecnico-economica degli impianti fotovoltaici e all’applicazione della metodologia Care&Share® nella valorizzazione dei benefici, EnergRed è in grado di supportare le comunità energetiche nella realizzazione e gestione dell’infrastruttura investendo nella costruzione e nella gestione di impianti fotovoltaici, la cui energia verrà messa integralmente a disposizione della comunità energetica stessa, per esigenze di auto-consumo diretto o evoluto, come nel caso dell’”energia condivisa”.
Il modello di EnergRed prevede che la comunità energetica, per venti anni, possa beneficiare, e dunque reinvestire per scopi sociali ed ambientali, delle seguenti fonti di redditività economica:
Grazie all’applicazione del modello EnergRed, per ogni kilowatt di potenza fotovoltaica la comunità energetica potrà beneficiare di circa 130€/a, ovvero circa 2.600€ per l’intera durata dell’incentivo riconosciuto. Ogni megawatt di potenza fotovoltaica dedicata alle comunità energetiche, per il quale servono circa 1.000 utenze private civili (famiglie) sarà in grado di generare circa 2,6mln€ di benefici economici diretti per il territorio.
Energred è la prima EsCo italiana ad avere creato una metodologia proprietaria detta Care&Share, un Servizio Energia che pone l’accento sulla creazione e condivisione del valore. Il nostro approccio mette al centro il beneficio comune, proponendo soluzioni sostenibili in perfetto equilibrio tra gli aspetti economici, sociali e ambientali.
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