L’IMPORTANZA DELLA PRODUCIBILITÀ ENERGETICA NEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

L’IMPORTANZA DELLA PRODUCIBILITÀ ENERGETICA NEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Con il termine “producibilità energetica” di un impianto fotovoltaico si intende la quantità di energia elettrica che l’impianto è in grado di produrre. Questa dipende essenzialmente da quattro fattori:

  • la radiazione solare incidente sul sito di installazione;
  • l’orientamento e l’inclinazione dei moduli;
  • la presenza di ombreggiamenti o sporco;
  • le prestazioni dei componenti dell’impianto.

La radiazione solare incidente varia a seconda della posizione dove l’impianto viene collocato, cioè dipende dalla latitudine del sito e dalla altitudine a cui si trova l’impianto, ma varia anche nel “tempo” (nel corso dell’anno ma anche di un giorno). Ciò che comunque di solito principalmente interessa è la producibilità media annua di un impianto fotovoltaico: considerare questo parametro equivale in qualche modo a escludere la complessità introdotta dal fattore tempo, ed a concentrarsi solo sul fattore “geografico”. 

Per tale ragione, esistono mappe che riportano la quantità di radiazione solare (media annua) nelle varie aree della Terra e siti su cui è possibile ottenere dati semplicemente cliccando sulla zona di interesse, come quello di seguito linkato  

https://globalsolaratlas.info/

 

La quantità di energia prodotta da un impianto fotovoltaico dipende poi – a parità di altri fattori – dal posizionamento dei pannelli, cioè dall’orientazione e dall’inclinazione della loro superficie. L’orientazione ottimale della superficie del pannello è quella con esposizione a 0° Sud. Per quanto riguarda invece l’angolo di inclinazione, detto anche angolo di tilt, alle nostre latitudini è intorno ai 30° rispetto al piano orizzontale. Questa è la situazione ideale, che si considera quindi come “caso standard”.

 

Le perdite per ombreggiamento, in un impianto fotovoltaico, sono funzione della geometria di disposizione dei pannelli solari e degli ostacoli vicini presenti sul luogo di installazione, che possono ridurre anche sensibilmente le ore di sole nell’arco della giornata, soprattutto d’inverno. Il problema della gestione degli ombreggiamenti è dato dal carattere dinamico delle ombre, che si muovono sui pannelli seguendo il movimento del Sole. Quest’ultimo può essere previsto e calcolato con esattezza con appositi software che consentono di visualizzare lo sviluppo delle ombre nel tempo e tenerne conto in fase di progettazione.

L’effettiva producibilità energetica di un impianto fotovoltaico dipende, oltre che dal sito di installazione e dal posizionamento dei pannelli (e dalla presenza o meno di ombreggiamenti), anche da una serie di parametri tecnici legati alla qualità dei componenti utilizzati e alle scelte tecniche compiute in fase di progettazione. Fra questi parametri, spiccano l’efficienza dei pannelli fotovoltaici nel convertire la luce in elettricità, l’efficienza dell’inverter nel trasformare la corrente continua in alternata e quella dei restanti componenti dell’impianto, che sono soggetti a “perdite” elettriche.

 

L’Italia ha una producibilità media abbastanza alta, grazie all’ottima posizione geografica.

Nella tabella sottostante sono riportati i valori in kWh/kWp annui delle varie regioni italiane:

Piemonte

  

 

1104

Valle d’Aosta

  

 

1080

Lombardia

  

 

1009

Trentino-Alto Adige

  

 

1044

Veneto

  

 

1069

Friuli Venezia-Giulia

  

 

1067

Liguria

  

 

1033

Emilia-Romagna

  

 

1131

Toscana

  

 

1144

Umbria

  

 

1170

Marche

  

 

1215

Lazio

  

 

1261

Abruzzo

  

 

1235

Molise

  

 

1289

Campania

  

 

1145

Puglia

  

 

1366

Basilicata

  

 

1302

Calabria

  

 

1240

Sicilia

  

 

1350

Sardegna

  

 

1249

 

È chiaro quindi come il fotovoltaico sia tra le fonti di energia rinnovabili più vantaggiose nel nostro paese, su cui puntare per la transizione energetica.

 

LA NOSTRA NUOVA ANALISI SULL’ANDAMENTO DEI PREZZI DELL’ ENERGIA

La nostra nuova analisi sull'andamento dei prezzi dell'energia

Diversi fattori concorrono a spingere il PUN a livelli sempre maggiori. Le nostre previsioni sui possibili scenari per i prossimi mesi sono chiare.

 

Utilizzando i nostri modelli di elaborazione scenari abbiamo elaborato una nuova analisi, con lo scopo di determinare una possibile traiettoria del PUN negli ultimi mesi 2021. Abbiamo preso in considerazione oltre ai fattori contesto anche altri aspetti contingenti, quali la decisione degli stati dell’Unione Europea di consolidare le proprie scorte di gas naturale e l’arrivo della stagione in cui maggiore è il consumo di tale risorsa fossile, in un trend oramai certo di aumento della domanda da parte dei Paesi Asiatici ed in particolare della Cina.

Lo scenario per i prossimi mesi ed anni, è quello di crescita continua dei prezzi guidato dalla domanda di Gas Naturale e perturbato dalla crisi climatica.
Nel Q4-2021 i prezzi del PUN potrebbero continuare ad oscillare tra i 175€/MWh ed i 390€/MWh, mantenendosi sostanzialmente alti anche per i primi mesi del 2022 e scendere eventualmente solo nella seconda parte dell’anno. Rimanendo comunque stabilmente intorno ai 140€/MWh target.

Tre fattori concorrono a questa dinamica la cui durata non potrà dipendere, o meglio essere mitigata, da alcuna misura nazionale e tantomeno continentale.

Il decoupling dei prezzi del gas da quelli del petrolio e da contratti a lungo termine: i prezzi del gas sono stati, in contratti a lungo termine, sempre agganciati al prezzo della materia prima “correlata”, ovvero il petrolio. Questo vuol dire che il rapporto domanda/offerta (mercato spot) non era in grado di incidere sul prezzo di tale risorsa. Oggi non è più così: a guidare il prezzo vi sono i crescenti volumi di domanda (+30% in un anno) che provengono dall’Asia, su cui una nazione come l’Italia ed un continente come l’Europa non possono quasi nulla (rappresentando quest’ultima solo il 10% della domanda globale). Dai prezzi del gas dipende il prezzo dell’energia elettrica, perché sono le centrali turbogas, grazie alla loro flessibilità operativa, a coprire i picchi della domanda sul nostro mercato e dunque a fare il prezzo del mercato.

La crescita dei prezzi dei certificati delle CO2: ad oggi una tonnellata di CO2 (certificato) viene scambiata a circa 60€, ma la direzione è quella segnata dal meccanismo del BCA (Border Carbon Adjustment) approvato dalla UE, ovvero di 90€/tonCO2 come iniziale giusto costo legato ai relativi danni ambientali.

La crescita della domanda legata all’elettrificazione dei consumi: i volumi di domanda non stanno ancora crescendo in modo significativo ma è possibile pensare che gli operatori siano già psicologicamente in uno scenario di prezzi che “sconta” un futuro caratterizzato da molte più utenze elettriche (industriali, residenziali e per i trasporti) e da maggiori costi di gestione degli impianti tradizionali per la generazione centralizzata da fonti fossili, per i quali si ridurrà lo spazio commerciale e le marginalità.

Per condurre l’analisi sono stati definiti tre possibili scenari, innestati su una “base line” rappresentata dai valori del PUN e dai volumi di energia scambiati sul mercato elettrico Italiano sino ad oggi nel 2021: “best case scenario”, “average case scenario”, “worst case scenario”.

BASE LINE

  • Pun Medio Pesato 2021: 92,6€
  • Crescita Base Annua Pun Medio Pesato 2021: +138%

Ogni settimana ed ogni mese in più in queste condizioni significano maggiori costi e stress operativi per le imprese. Conseguenze spiacevoli che oggi in italia, grazie alle nostre capacità progettuali, grazie al servizio energia Care&Share®, è possibile risolvere e superare, garantendo, nel Paese del Sole, dei prezzi dell’energia in autoconsumo da fotovoltaico incomparabili con i costi dell’energia da rete.

senza considerare gli enormi vantaggi in termini di riduzione dell’impronta di carbonio e dunque maggiore sostenibilità.

  • Per le piccole imprese (impianti tra i 30kWp ed i 50kWp) prezzo di autoconsumo massimo a 145€/MWh.
  • Per le medie imprese (impianti tra 50kWp e 150kWp) prezzo di autoconsumo massimo a 132€/MWh.
  • Per impianti oltre i 200-300kWp siamo scesi fino al minimo storico di 103€/MWh.

I prossimi mesi ed anni saranno fondamentali per rivedere il modo di produrre e consumare l’energia, investendo in modo massiccio sulla generazione distribuita da rinnovabili per isolare – o rendere più resilienti – aziende e società civile dagli sconvolgimenti commerciali (domanda-offerta) e industriali (tecnologia e fonti) a cui un iper-connesso mondo dell’energia sarà sempre più esposto.

Fonti:

GME – Gestore del Mercato Elettrico, Esiti Mercati, GSE – Rapporto Statistico FER 2019, Morgan Stanley Report via Zero Hedge, Bloomberg BNEF, Rivista Energia.

Autori:

Giorgio Mottironi – Responsabile Marketing EnergRed, Dorina Polinari, Ricercatrice e Content Manager EnergRed.

LE NOSTRE PREVISIONI SUI PREZZI DELL’ENERGIA PER LA FINE DEL 2021

LE NOSTRE PREVISIONI SUI PREZZI DELL'ENERGIA PER LA FINE DEL 2021

Nonostante il già forte rialzo dei prezzi dell’energia a settembre, l’apertura del 01 ottobre fa segnare un nuovo record per la componente energia: PUN medio a oltre 200€/MWh.

Le nostre analisi sono chiare e purtroppo sottendono ad un continuo aumento che sarà sostenuto da diversi fattori:

  • L’arrivo della stagione invernale e il conseguente aumento della domanda interna di gas. Dai prezzi del gas dipende il prezzo dell’energia elettrica, perché sono le centrali turbogas, grazie alla loro flessibilità operativa, a coprire i picchi della domanda sul nostro mercato e dunque a fare il prezzo del mercato.
  • Il basso volume di scorte di gas a livello europeo legato al rispetto dei minimi di fornitura del gigante Russo dei fossili Gazprom.
  • La crescita dei prezzi dei certificati delle CO2: ad oggi una tonnellata di CO2 (certificato) viene scambiata a circa 60€, ma la direzione è quella segnata dal meccanismo del BCA (Border Carbon Adjustment) approvato dalla UE, ovvero di 90€/tonCO2 come iniziale giusto costo legato ai relativi danni ambientali.
  • La crescita della domanda legata all’elettrificazione dei consumi: i volumi di domanda non stanno ancora crescendo in modo significativo ma è possibile pensare che gli operatori siano già psicologicamente in uno scenario di prezzi che “sconta” un futuro caratterizzato da molte più utenze elettriche (industriali, residenziali e per i trasporti).
  • La necessità di aumentare la marginalità per le grandi utility della produzione centralizzata da fonti fossili, perché sarà sempre meno determinante per la produzione del “base load” con un possibile aumento dei costi di gestione (legati a manutenzioni, adeguamenti normativi, dismissioni, internalizzazione dei costi ambientali).

Guardiamo agli ultimi 20 anni.

Il valore del PUN su base annuale è ancora lontano dal record del 2008, e comunque ben lontano da riflettere le dinamiche che stanno riconfigurando il mercato dell’energia: è molto consistente la possibilità che il PUN raggiunga una media di oltre 90-100€/MWh su base annua per il 2021, ed è probabile che per farlo debba arrivare a toccare i 180-200€/MWh di media nei prossimi mesi (come da trend registrato in settembre).

Per questo motivo noi di ENERGRED, in accordo con i nostri principi di condivisione del valore e con la nostra mission di guidare le PMI italiane nelle transizione energertica,  abbiamo deciso di bloccare i prezzi dell’energia in auto-consumo ai nostri clienti, per tutta la durata dei contratti.

Grazie alla metodologia Care&Share® sarà possibile garantire dei prezzi omnicomprensivi dell’energia in autoconsumo incomparabili con i costi dell’energia da rete, senza considerare gli enormi vantaggi in termini di riduzione dell’impronta di carbonio e dunque maggiore sostenibilità.

  • Per le piccole imprese (impianti tra i 30kWp ed i 50kWp) prezzo di autoconsumo massimo a 145€/MWh.
  • Per le medie imprese (impianti tra 50kWp e 150kWp)  prezzo di autoconsumo massimo a 132€/MWh.
  • Per impianti oltre i 200-300kWp siamo scesi fino al minimo storico di 103€/MWh.

Con noi l’azienda potrà usufruire di tutti i benefici di un asset rinnovabile ed avviare un percorso di transizione che la vedrà protagonista del territorio, grazie ad altre soluzioni che attiveremo gratuitamente come:

  • colonnine di ricarica veicoli elettrici;
  • sistemi di monitoraggio;
  • diagnosi energetiche;
  • sviluppo comunità energetiche.

ENERGRED, LA GEOGRAFIA DEL SOLARE IN ITALIA

Ecco come sono distribuiti per regioni e per province gli oltre 986 mila impianti fotovoltaici presenti oggi in Italia. EnergRed.com, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare, aggiorna l’andamento delle installazioni e calcola i valori procapite

(ajcom) Risultano già ad oggi operativi nel nostro paese 986.313 impianti fotovoltaici di tutte le taglie, per una potenza attuale di 22,5 GW che —secondo le analisi tendenziali “business as usual” di EnergRed— a dicembre 2021 salirà a 23 GW, con un numero di impianti aggiuntivi pari a circa 554 unità.

«Numeri che lasciano ben sperare in merito al raggiungimento degli obiettivi al 2030, per i quali mancano all’appello  30 GW aggiuntivi di fotovoltaico che dovremo riuscire ad installare entro i prossimi 10 anni» sottolinea Moreno Scarchini, ceo di EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare fotovoltaico.

Ma vediamo nella geografia tracciata da EnergRed come sono distribuiti a livello regionale gli impianti fotovoltaici per potenza e per numerosità in Italia.

Per quanto riguarda il numero di impianti, sul podio troviamo la Lombardia con 153.339 impianti, seguita da Veneto (140.883 impianti) ed Emilia-Romagna (102.827 impianti). Poi ancora seguono Piemonte (68.520), Lazio (66.112), Sicilia (63.068), Puglia (57.243),Toscana (51.243), Sardegna (41.839) e Campania (39.219), che messe insieme totalizzano oltre tre quarti del totale.

Se poi vogliamo concentrarci sulle province, è Roma a posizionarsi al primo posto con 39.365 impianti, seguita sul podio da Brescia (31.856) e Treviso (31.770). Le altre province nella top-10 di EnergRed sono Padova (29.243), Vicenza (25.879), Torino(24.965), Bergamo (22.219), Verona (22.182), Milano (21.278) e Venezia (21.258).

Per quanto riguarda invece la potenza installata al primo posto c’è la Puglia con 2,975 GW, seguita dalla Lombardia (2,668 GW) e dall’Emilia-Romagna (2,266 GW). Seguono Veneto (2,194 GW), Piemonte (1,775 GW), Sicilia (1,525 GW), Lazio (1,478 GW), Marche (1,153 GW), Sardegna (1 GW) e Campania (0,913 GW).

«Gli impianti più grandi, sopra i 10 MW, in Italia sono 49 e producono complessivamente 1,2 GW, ma quelli più rilevanti in termini di potenza sono senz’altro quelli che vanno dai 200 kW a 1 MW: ben 12 mila impianti che nel nostro Paese sviluppano complessivamente 7,7 GW e che si trovano prevalentemente in Puglia dove 1.877 impianti di questa taglia realizzano 1,6 GW» spiega Giorgio Mottironimarketing manager di EnergRed.

Secondo gli analisti di EnergRed, gli impianti al di sopra del MW di potenza ammontano attualmente ad appena 1.276 unità e producono 4,8 GW di potenza. A guidare la classifica in questo ambito è il Lazio con 146 stutture.

Cambiando prospettiva, secondo quanto ha potuto appurare EnergReda settembre 2021 risulta un installato fotovoltaico pro-capite nel nostro paese pari a 434 watt. Un traguardo di tutto rilievo, se consideriamo che a fine 2010 questo valore era di appena 61 watt.

Le regioni con il valore procapite più elevato sono Marche (756 watt procapite), quasi il doppio della media nazionale pari appunto a 434 watt, Puglia (741 W) e Basilicata (696 W) che si collocano sul podio. A seguire Sardegna (610 W), Molise (599 W), Abruzzo (596 W), Umbria (588 W), Emilia-Romagna (508 W), Friuli-Venezia Giulia (481 W) e Veneto (447 W).

Pioniere in questo settore rimane senz’altro EnergRed. Il suo «flagship project», quello nel comune di Villetta Barrea (L’Aquila), nel cuore del Parco Nazionale, è stato il primo progetto italiano di «comunità a impatto energetico quasi zero», andando a riqualificare una piccola centrale idroelettrica grazie ad una collaborazione pubblico-privato che vede il coinvolgimento dei cittadini attraverso il crowdfunding.

«Abbiamo voluto essere promotori ed artefici del ripristino delle centrali mini-idroelettriche italiane, un patrimonio architettonico e storico —quella di Villetta Barrea risale al 1910— fortemente identitario, con un importante impatto ambientale positivo. Per noi quello nel Parco Nazionale d’Abruzzo è un “flagship project” attraverso il quale arrivare alla creazione di molteplici comunità energetiche a impatto quasi zero in tutt’Italia» sottolinea Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.

«E la parola comunità non è stata scelta a caso perché queste realtà vanno oltre gli aspetti meramente tecnici ed economici, diventando fenomeni sociali che rispondono a bisogni locali, oltre che alla sfida globale della transizione ecologica. Insomma il “glocal” si fa largo tra le comunità energetiche che stanno nascendo in Italia, con un approccio “win-win” pubblico-privato» spiega Giorgio Mottironimarketing manager di EnergRed (www.energred.com).

L’E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili, si propone ora di estendere i benefici all’intero Paese, portando il levelized cost of energy della tecnologia fotovoltaica a 0,04 euro/kWh in tutt’Italia entro il prossimo anno e facendo così del fotovoltaico la fonte di energia più conveniente per le aziende e per i cittadini.

«Non dimentichiamo che la capacità fotovoltaica del nostro Paese è tale che già nel 2020 siamo riusciti a generare 25,5 TWh per una copertura della domanda elettrica nazionale pari all’8,4%, percentuale che sale al 9,4% se consideriamo la sola produzione elettrica interna» conclude il ceo di EnergRed. (ajcom)

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Nella foto l’Ing. Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.