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LA CRISI DEL GAS: PERCHÈ AUMENTA IL PREZZO DELL’ENERGIA

A seguito dell’invasione ucraina da parte della Russia, l’80% del gas che arrivava in Europa è scomparso. Gazprom, che non teme più ritorsioni legali o politiche, usa l’arma del gas per mettere l’Europa il più possibile in difficoltà. Per l’Unione Europea significa dover trovare un’ alternativa o dover rinunciare a 120 miliardi di metri cubi all’anno (Gmc/a) di gas naturale. Una cifra enorme, se si considera che nel 2021 l’UE aveva consumato poco meno di 400 Gmc/a: si tratta dunque del 30% di tutto il gas consumato dai Paesi dell’Unione.

Quest’anno a rimpiazzare gran parte dell’ammanco di gas provocato dalla Russia ci ha pensato il GNL: il gas naturale liquefatto, che arriva da paesi troppo lontani per portarcelo via tubo.

Norvegia e Algeria infatti non sono in grado nel breve periodo di aumentare in maniera significativa le loro esportazioni, per cui gli Stati Uniti sono l’unico Paese a essere riuscito a fornire quantità significative di gas all’Europa, più che raddoppiando i volumi esportati rispetto a quelli dell’anno scorso.

Il grafico qui sopra mostra la situazione, e ciò che mostra è davvero eccezionale: nel corso degli ultimi dodici mesi i produttori statunitensi hanno inviato in Europa oltre 70 Gmc di gas, sufficienti da soli a compensare oltre la metà dell’ammanco russo che si andava ampliando nel corso degli stessi mesi, e oggi ancora nettamente in testa tra i Paesi che più sono riusciti a inviare “nuovo gas” in direzione Europa nel corso di questa crisi. Di fatto si tratta dell’unico aumento davvero significativo da parte di un singolo fornitore, che quest’anno ha fornito all’Europa oltre la metà del GNL importato (51%), seguito solo a grande distanza dal Qatar (15%) o dalla somma di tutti i Paesi africani (17%).

Quindi siamo stati “salvati” dal gas statunitense? In un certo senso sì.

Se non fossero esistite le esportazioni di GNL americano sarebbe stato praticamente impossibile far fronte a un ammanco così grande di gas russo. Allo stesso tempo i produttori di GNL americano stanno al momento prendendo due piccioni con una fava, potendo rispondere all’incombente crisi di liquidità e finanziamenti, che li vessava da anni, tramite vendite gas all’Europa a prezzi decupli rispetto a inizio crisi, e per conseguenza diretta potendo anche approfittare di un mercato del gas americano in cui i prezzi sono a loro volta quadruplicati proprio a causa della domanda europea.

A non sorridere è però, forse, la stessa amministrazione USA. La promessa dello scorso marzo da parte del Presidente Biden che l’Europa avrebbe ricevuto 15 Gmc in più dagli USA entro fine anno è stata più che doppiata: siamo quasi al triplo rispetto agli impegni statunitensi (+41 Gmc, appunto). Ma quando solo pochi mesi dopo Biden ha accolto Ursula von der Leyen a giugno, e si è vociferato di ulteriori impegni per 20 Gmc l’anno, Washington era nettamente più fredda. Il motivo? Il Presidente sa bene che ogni molecola di gas liquido che finisce in Europa è una molecola di gas sottratta agli USA, e che questo fa lievitare i prezzi del gas anche negli Stati Uniti. 

Così aumentano anche i prezzi dell’energia elettrica.

 

Quello che non tutti sanno infatti, è che in Italia per produrre energia elettrica usiamo il gas. Siamo uno dei Paesi che ha una maggiore dipendenza anche nella produzione di energia elettrica per cui la bolletta della luce rincara perché tra le fonti per produrre elettricità ci sono le centrali a turbogas, che bruciano metano. Questo è poi il motivo per il quale i prezzi sono collegati l’uno all’altro, le fonti nel nostro Paese sono vincolate più che in altri Paesi europei”.

Il costo della bolletta quindi, almeno per il momento, non sembra destinato a scendere. Un consistente aiuto può venire senza dubbio dalle fonti di energia rinnovabile, in particolare dal fotovoltaico che in Italia, paese del sole, è particolarmente vantaggioso.

Noi di Energred continueremo a metterci al fianco degli imprenditori italiani, verso la transizione energetica, e proprio per questo abbiamo deciso di bloccare il prezzo dell’energia autoconsumata da fotovoltaico a 145 €/MWh, per chi decide di installare con noi un Impianto Fotovoltaico entro Marzo 2023.

Fonte: ispionline.it